Windows 7 è andato in pensione!

Windows7 è andato in pensione!

Il 14 gennaio è terminato il supporto da parte di Microsoft. I problemi, già ora, potrebbero rivelarsi enormi.

Windows 7 è ufficialmente vecchio. A sancirlo, non tanto l’età anagrafica (fu lanciato il 22 Luglio del 2009), quanto il suo ingresso ufficiale nell’ultimo anno di supporto da parte di Microsoft. Il produttore del più diffuso sistema operativo al mondo, come sua prassi, provvede al supporto di ogni sua creatura per un certo periodo di tempo, per poi alleggerire mano a mano il carico di risorse dedicate al suo mantenimento fino a pensionarla del tutto. E Windows, in ogni versione, non fa differenza.

L’iter vien stabilito ovviamente anni prima e quella dello stop al supporto a Windows 7 è una notizia nota fin dal lancio di questa versione. Di base, la vita di ogni Windows è contraddistinta da due date irrinunciabili. La prima è la fine del mainstream support, la seconda è la fine del extended support. A grandi linee, il supporto mainstream è la fase più lunga della vita di ogni Windows, ed è quella in cui Microsoft provvede non solo allo sviluppo di aggiornamenti dedicati alla sicurezza del sistema, ma anche all’inserimento di nuove funzioni. Raggiunta la fine della fase, il gigante di Redmond pensa unicamente agli aggiornamenti legati alla sicurezza, e questo è il supporto “extended”.

“Ok, ma in fondo, se c’è la sicurezza, allora è tutto a posto, in fondo è un sistema operativo”, dirà qualcuno. È abbastanza corretto, il problema è che l’extended support di solito è molto limitato. Nel caso di Windows 7, in particolare, parliamo di poco meno di un anno ancora: il 14 gennaio 2020, infatti, terminerà anche questo limitato supporto e allo storico e fortunato Windows 7 sarà staccata la spina. Ma questo, in termini pratici, che significa? Un sacco di cose e tutte poco piacevoli.

Ancora (troppo) diffuso

Innanzitutto, è bene ricordare che Windows 7, pur vetusto, è attualmente il secondo sistema operativo più diffuso al mondo. Pensate che Windows 10, la versione più recente offerta da Microsoft, è riuscito a sorpassarlo solo poche settimane fa. Quindi, al momento, nel mondo, circa il 37.19% dei computer utilizza Windows 7. Un’enormità, che apre le porte a una domanda fondamentale: il 37.19% dei computer del pianeta passerà al nuovo Windows in poco meno di un anno, quando non l’ha fatto gli anni prima, perfino quando Microsoft lanciò una campagna per passare gratuitamente a Windows 10?

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Addio alla sicurezza

Se così non fosse, si presenta un altro livello di problemi. Per esempio, dopo il 14 Gennaio 2020 Microsoft non tapperà più eventuali falle riscontrate nel suo vecchio sistema operativo, lasciando di fatto gli utenti in balia della criminalità informatica. Qualcuno potrebbe pensare che, a quel punto, basterà dotarsi di un software di sicurezza aggiornato, ma questo è vero solo in parte. Molte tecniche di attacco eludono i controlli di questi software e mirano direttamente a problemi noti dei sistemi operativi. Senza contare che alcuni produttori, nel momento in cui Microsoft cessa il supporto di sicurezza a un prodotto, tendono a non supportarlo più nemmeno loro. Questo perché nemmeno loro possono intervenire sull’aggiornamento del sistema operativo e la loro copertura può arrivare solo fino a un certo punto.

Grossi problemi con l’hardware

Infine, terminato l’extended support terminerà la compatibilità anche di diversi componenti hardware. Molti, a dirla tutta, già non supportano più Windows 7, ma la situazione è destinata a peggiorare. Questo succede, in particolare, con i processori più moderni. Per esempio gli Intel di settima generazione (i “Kaby Lake”) esigono che si aggiorni il sistema operativo all’ultima versione, per via di una politica introdotta da Microsoft nel 2016. Niente parolacce: il gigante di Redmond, già da qualche anno, non producendo i dispositivi dove viene installato il proprio sistema operativo, ha deciso per lo meno di stringere i controlli per garantire stabilità e sicurezza. È quello che fa anche Apple, per esempio, quando vi obbliga ad aggiornare il sistema operativo per far funzionare le app più nuove. Solo che ad Apple sono più bravi col marketing.

Il momento di cambiare

Insomma, ora che il conto alla rovescia è iniziato, vale la pena prendersi per tempo e iniziare a migrare verso il lido soleggiato e moderno di Windows 10. Questo è vero, in particolare, per le aziende, che hanno sempre un sacco di problemi ad aggiornare le macchine. A voler essere onesti fino in fondo, Microsoft per Windows 7 offre la possibilità di estendere a pagamento il supporto al vecchio sistema operativo. Non si tratta di un servizio dedicato ai privati, ma a grandi masse di computer (per esempio quelli presenti in infrastrutture critiche o enti governativi). E pure con costi non proprio popolari, se si pensa che il governo inglese ha pagato la bellezza di 5,5 milioni di sterline per un anno di supporto aggiuntivo al decrepito Windows Xp. Aggiornare è decisamente meglio e il tempo per farlo, tutto sommato, c’è. Tic tac, tic tac. (Fonte Wired)

 

Il nostro XtWinPlus 3, già compatibile con qualsiasi piattaforma Windows (windows 9x, XP, 7, 8  sia a 32 che a 64 bit),  da tempo è disponibile per l’aggiornamento alla versione del S.O. Windows 10

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